Francesco Schiavello ci spiega in quest’intervista i diversi aspetti del suo lavoro. Un creatore che si lascia ispirare dal suo potenziale. Dalla natura, spiegando quanto questa, talvolta maltrattata, in realtà è un grande fonte di conoscenza. Soprattutto per quanto riguarda impiego di architetto. Francesco Schiavello si definisce un “ricercatore” poiché in modo curioso e analitico si osserva bene intorno per poter realizzare i propri capolavori suggeriti dalla magia della natura.
Quali sono i materiali principalmente usati per le tue originalissime creazioni?
I materiali utilizzati per i gioielli sono tanti dal legno all’oro passando per il bronzo e l’argento, ma possono essere anche dei materiali riciclati, materiali che cerco sempre di tenere in considerazione.
Come nasce l’ispirazione da parte tua di realizzare dei gioielli così particolari usando elementi della natura così inusuali? Questa passione è nata sul suolo italiano –osservando l’artigianato locale- oppure durante il tuo viaggio in Brasile –stando a contatto con un tipo di cultura molto legata alla sacralità della terra?
Questa passione non è legata ad una nazione, una città, un paese. Amo la natura, l’ho sempre amata quindi è diventata da subito la mia fonte d’ispirazione, dei miei studi.
Qualsiasi elemento in natura ha una struttura a cui un architetto può fare riferimento, può studiare, ricreare, modificare.
Poi in questo momento di grandi produzioni industriali specialmente cinesi bisogna pensare a materiali ecologici, materiali non tossici. Quindi penso che la sfida dei designer sia riuscire a trovare un giusto compromesso tra la forma e la funzione dell’oggetto, rispettando la natura. Allo stesso tempo trasmettere un’emozione attraverso il risultato finale. Ogni nuovo progetto nasce da un’emozione.
Da un luogo, un contesto, provo a estrapolare una metafora della quale ricerco componenti razionali. Oppure parto da una precisa imitazione dei processi naturali, per denunciare un problema. In questi anni ho spesso usato vari metodi.
Altri progetti in atto?
Per un progetto architettonico, Portonave Auditorium, in Brasile appena inaugurato. Ho utilizzato la metafora di un pesce tropicale brasiliano per elaborare l’aspetto formale dell’opera architettonica. Questa si trova appunto sul mare.
Nel caso di Be[e] Italy ho utilizzato il nido d’ape per denunciare un problema sociale. La moria delle api, invece nel caso della collezione Opuntia fiber. Ho iniziato a dare vita alla foglia morta del fico d’india attraverso lo studio della fibra che compone la pianta.
Lavoro la fibra artigianalmente, creo il calco e applicando la lavorazione della cera persa creo dei meravigliosi gioielli. In gioielli in oro, argento e bronzo in tutti i casi ho legato il design alla natura sotto due aspetti – estetici e funzionali – molto diversi tra loro.
Quanto impegno richiede una simile lavorazione? Hai un team di supporto per effettuare i lavori ideati? Puoi spiegarmi qualche dettaglio sulle modalità di realizzazione… e magari qualche segreto?
Per ogni collezione l’impegno varia da progetto a progetto. Nel caso di Be[e] Italy l’iter progettuale è partito da una denuncia, quindi dall’ambiente in cui vivono le api: le celle.
Ho iniziato a studiare le diverse bucature che le api formano sulle celle e tramite l’uso di programmi che utilizzano processi digitali. Ho elaborato circa venti disegni di gioielli, che successivamente ho realizzato per mezzo di macchine laser a controllo numerico.
Per la collezione Opuntia fiber invece la realizzazione è artigianale quindi necessito maggiore tempo di crerazione e produzione in quanto i pezzi sono unici.
In breve, per la realizzazione dei gioielli i vari iter che seguo sono:
La ricerca scientifica di forme biologiche, alla quale segue l’elaborazione al computer e la progettazione computazionale e infine la realizzazione con stampa 3D, taglio laser, la fusione in laboratorio di metalli. La ricerca in natura di piccole microsculture naturali, alla quale segue l’elaborazione artigianale fino ad arrivare alla fusione in laboratorio dei vari materiali: oro, argento e bronzo.
Essendo elementi naturali deduco che la produzione degli accessori sia limitata, e che ogni pezzo sia unico. Dove procuri il tuo materiale?
La parola più appropriata non è procurare ma ricercare. Io oltre che architetto mi definirei anche ricercatore perché sono in continua ricerca di nuove forme complesse.
Tutta questa mia ricerca avviene attraverso lo studio in biblioteca di tematiche biologiche. Oppure attraverso il reperimento di elementi organici che trovo in natura. In qualsiasi luogo che può essere una pianta, una foglia , un insetto, un animale.
Quando un uomo lavora a stretto contatto con la natura si circonda di energie vitali. Puoi parlarmi del tuo rapporto con la natura, del rispetto e di quanto questi ingredienti ti abbiano stimolato per la realizzazione di prodotti così unici?
Oggi si parla tanto di energia solare, energia elettrica ed energia atomica ma per vivere bene conviene conoscere la natura e il potere dell’energia vitale.
Solo da qualche decennio si parla scientificamente di energia. Conosciamo, solo in parte ancora, l’energia solare, l’energia elettrica e l’energia atomica. C’è un’altra energia più potente delle altre, con cui si può ottimamente interagire, è l’energia vitale.
Hai qualche asso nella manica? Delle idee in porto pronte a partire sulle quali puoi darci qualche piccola chicca e qualche novità che vuoi svelare ai lettori di italiani.it?
Le idee sono sempre tante e vengono applicate al momento necessario e con dei tempi stabiliti. Un creativo non è come una grande azienda che deve programmare per non fallire. In qualsiasi luogo o momento può nascere un idea .
Sei un giovane italiano che partendo dal sud e sappiamo quanto sia difficile lasciare il sud. Hai fatto strada senza mai perdersi d’animo. Stai portando alto il nome degli italiani ovunque. Vuoi lasciare qualche consiglio, dei suggerimenti per i giovanissimi creativi che stanno provando a spiegare le ali e spiccare il volo in un periodo così turbolento?
Bisogna collaborare continuamente con tante persone creando una rete di bravi professionisti. Il confronto ti fa crescere e nello stesso tempo di fa conoscere nuovi orizzonti. Bisogna a volte rischiare su alcuni progetti che possono andare in porto o meno. Di qualsiasi idea o progetto nasce qualcosa e c’è sempre un ritorno anche se non è economico può essere professionale o soprattutto di amicizia. Tutte queste esperienze ti fanno crescere e vedere le cose in modo diverso.
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fonte: www.italiani.it ( intervista di Francesca Shissandra )
https://www.italiani.it/francesco-schiavello-le-sue-creazioni-le-energie-della-natura/